Riceviamo e pubblichiamo dalla ACCPI – Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani la richiesta di promuovere la campagna sulla sicurezza stradale dei ciclisti:
Caro Presidente,
ti scriviamo perchè vorremmo sensibilizzare tutte le squadre della tua regione ad aderire alla nostra campagna per la sicurezza stradale.
Ti preghiamo gentilmente di inoltrare questa nostra comunicazione alle Società attive nella tua zona.
Grazie mille per l’attenzione e la collaborazione.
Cordiali saluti.
ALESSANDRA CAPPELLOTTO
Vicepresidente ACCPI
Ai Presidenti Società FCI (pdf)
http://www.accpi.it/accendiamo-le-luci-per-la-sicurezza-stradale/
ACCENDIAMO LE LUCI PER LA SICUREZZA STRADALE
L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani si mobilita per accendere i riflettori sulla sicurezza stradale. In questi giorni il sindacato guidato da Cristian Salvato ha lanciato la campagna di sensibilizzazione rivolta ai ciclisti sportivi e urbani sull’uso delle luci, anche di giorno.
L’iniziativa ideata da Marco Cavorso, delegato alla sicurezza di ACCPI, oltre a evidenziare l’obbligatorietà di montare luci anteriori e posteriori sulle proprie bici, comprese anche quelle da corsa al di fuori delle competizioni, evidenzia l’importanza di tenerle accese anche di giorno per migliorare la sicurezza di chi pedala.
«Ho lanciato questa campagna sulla base dell’esperienza vissuta da motociclista negli anni ’80, quando ci accorgemmo che, mutuando i comportamenti già in uso nell’Europa continentale, tenere accesi i fari anche di giorno significava salvarci la vita. Siamo sicuri che anche per chi usa le bici sia il metodo migliore per farsi vedere dagli automobilisti che arrivano da dietro, dai lati o addirittura in sorpasso contromano. Sono felice che il messaggio sui social sia diventato virale. Riteniamo possa salvare tante vite e soprattutto creare un nuovo modo di vivere la strada da parte dei ciclisti» spiega Cavorso.
«L’esigenza di questa campagna è sorta dopo l’incidente di Samuele Manfredi, forse l’automobilista che si immetteva da viabilità laterale, non avrebbe invaso la carreggiata senza dare la precedenza al nostro ragazzo, se il bagliore del faro ne avesse richiamato l’attenzione. E questo forse mi ha fatto comprendere l’importanza di adottare questo semplice accorgimento anche per le biciclette. Ne ho parlato con i professionisti italiani come Matteo Trentin, Daniele Bennati, Daniel Oss e con campioni del passato come il sempre presente per questo tipo di iniziative e grande amico, Maurizio Fondriest e il presidente di ACCPI Cristian Salvato. Qualcuno di loro, come Trentin e Fondriest utilizzava solo il faro posteriore acceso anche di giorno, gli altri erano già attrezzati anche con quello anteriore. Tutti hanno capito l’importanza dell’utilizzo di entrambi, anche alla luce del giorno».
Il campione europeo Matteo Trentin, vicepresidente ACCPI in attività, ha acquistato subito il faro anteriore e lo ha utilizzato, diventando il primo testimonial della campagna #luciacceseanchedigiorno. Alla sua ruota si sono idealmente messi tanti personaggi famosi con l’obiettivo di ispirare i giovani ad imitarli, adottando le luci accese anche di giorno, con la loro credibilità di campioni positivi.
http://www.accpi.it/siamo-sulla-stessa-strada-rendiamola-sicura/
Siamo sulla stessa strada: rendiamola sicura
I ciclisti professionisti italiani, nel ricordo di Michele Scarponi, vi chiedono di supportare la presente petizione per la tutela della vita di tutti coloro che utilizzano la bicicletta sul territorio italiano.
Negli ultimi anni, in Italia, il numero degli incidenti che causano la morte o lesioni permanenti tra tutti coloro che usano la bicicletta per spostarsi o praticare attività sportiva, è in costante aumento.
Bambini, madri, padri che pedalano sulle nostre strade, lo fanno spesso in condizioni di pericolosità a causa dello scarso rispetto che l’insieme di leggi/infrastrutture/conducenti di autoveicoli ha nei loro confronti.
Le biciclette, sulle strade italiane, non vedono riconosciuto il loro diritto di circolare in sicurezza con uno spazio minimo definito che le tuteli durante i sorpassi degli autoveicoli.
Gli enti proprietari delle strade disattendono una legge italiana del 1998, la nr. 366, che li obbliga, ogni qualvolta si effettui una manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare un percorso dedicato solo ai velocipedi.
Le vittime o i parenti delle vittime, non vedono riconosciuti pienamente i loro diritti legali ed etici, come aver diritto a partecipare all’eventuale processo penale a carico del conducente che ha causato l’incidente, ad un giusto indennizzo in caso di danni permanenti e invalidanti, a un sostegno psicologico che si protragga nel tempo per le persone coinvolte tra vittime, parenti e soprattutto bambini.
Per cambiare questa situazione, Accpi con la presente raccolta firme indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Dr. Giuseppe Conte chiede di:
– Definire le sanzioni, all’interno della Legge 366 del 19/10/1998 per gli enti che non provvedono a realizzare percorsi ciclabili nel caso di strade di nuova realizzazione o manutenzioni straordinarie come previsto dall’Art. 10 della stessa;
– Definire una distanza minima di 1,5 metri, per il sorpasso dei velocipedi all’interno dell’art.148 del codice della strada, in sostituzione del termine “distanza adeguata” citato nello stesso;
– Definire misure minime di sostegno psicologico alle vittime e ai loro parenti durante tutto il percorso post trauma; riconoscere tale percorso come patologia con i diritti economici, di lavoro e di tutela che ne conseguono; modificare il codice di procedura penale esistente assicurando ai parenti delle vittime di poter partecipare a pieno titolo al processo penale conseguente; l’adeguamento delle tabelle di indennizzo per le vittime che subiscono danni permanenti, l’istituzione di un percorso di sostegno psicologico e i loro familiari a carico del SSN.
FIRMA ORA PER UN CICLISMO PIU’ SICURO
Accpi, the association that brings together all the Italian professional cyclists, in memory of Michele Scarponi, father, Giro d’Italia winner and victim of road violence; asks you to support the present campaign to protect the lives of all those who use the bicycle on the Italian territory.
In recent years, in Italy, the number of accidents that cause death or permanent injuries among all those who use the bicycle to move or practice sport, is constantly increasing.
Children, mothers, fathers who ride on our roads, often do so in dangerous conditions because of the low respect that the set of laws / infrastructures / car drivers has towards them.
Bicycles, on Italian roads, do not see their right to move safely with a minimum defined space that protects them when overtaking vehicles.
The owners of the roads disregard an Italian law dated 1998, the nr. 366, which obliges them, every time an extraordinary maintenance of the roadway is carried out, to realize a path dedicated only to the velocipedes.
Victims or relatives of victims, do not see fully recognized their legal and ethical rights, as having the right to participate in the possible criminal trial against the driver who caused the accident, to a fair compensation in case of permanent and invalidating damages, a psychological support that goes on in time for the people involved among victims, relatives and above all children.
To change this situation, Accpi with this signature collection addressed to the President of the Council of Ministers Dr. Giuseppe Conte asks to:
– Define the sanctions, within the Law 366 of 19/10/1998 for the bodies that do not provide for cycling routes in the case of new roads or extraordinary maintenance as required by Art. 10 of the same;
– Define a minimum distance of 1.5 meters, for overtaking the velocipedes within the art. 148 of the highway code, replacing the term “adequate distance” mentioned in the same;
– Define minimum psychological support measures for victims and their relatives throughout the post trauma path; to recognize this path as a pathology with the resulting economic, labor and protection rights; modify the existing criminal procedure code by ensuring that victims’ relatives can participate fully in the resulting criminal proceedings; the adjustment of compensation tables for victims who suffer permanent damage, the establishment of a psychological support path and their family members dependent on the NHS.